Il manifesto di denuncia contro il degrado delle cave nell'alto casertano(indice)

S.O.S. Territorio

Italia: un Paese che divora se stesso

 I fatti:

Dai calcoli del CENSIS, coi dati ISTAT, risulta quanto segue:

Il suolo agricolo utilizzabile nell’ultimo decennio è diminuito del 9.4%, perché distrutto dall’avanzare dell’urbanizzazione o perché abbandonato.

L’espansione delle città e l’abbandono hanno divorato la campagna al ritmo di 130-150.000 ettari all’anno. In sintesi, dal 1970 al 1981 i terreni perduti sono passati dal 12,5 al 20,6% del totale.

Nell’ultimo ventennio circa un decimo dell’Italia (3 milioni di ettari) è andato distrutto; l’Italia dunque è un Paese a termine destinato ad essere tutto consumato e finito nelle prossime tre o quattro generazioni. Questa prospettiva suicida è il risultato di quella distorsione mentale che il CENSIS chiama “rimozione del territorio”. Con incoscienza abbiamo ritenuto il territorio come un vuoto da riempire, una cosa di nessuno, un oggetto di baratto e una fonte di lucro, considerandolo praticamente tutto edificabile. E intanto il “deserto abitato” avanza nel disordine totale, rendendo sempre più irriconoscibile il nostro Paese.

            Negli ultimi dieci anni la popolazione italiana è aumentata di due milioni di abitanti e nel contempo sono state costruite 22 milioni di stanze, in buona parte seconde, terze e quarte case. Oggi, per 56 milioni di abitanti, vi sono più di 80 milioni di stanze.

            La prospettiva è dunque catastrofica: il “giardino d’Europa” rischia di essere tutto consumato in poco più di un secolo a meno che mentalità, cultura e politica non cambiano radicalmente, tenendo presente che “non abbiamo ereditato la Terra dalle generazioni passate ma presa in prestito per quelle future”.

 Che fare?

            Far nascere la consapevolezza che non è vero sviluppo per l’uomo l’avanzare disordinato e caotico senza una seria e attenta programmazione dell’uso delle risorse, non illimitate, che sono a nostra disposizione.

            Promuovere, incoraggiare tutte quelle iniziative, quei comportamenti tesi a fare in modo che anche nel mondo politico si crei la coscienza che gli attuali modelli di sviluppo non corrispondono affatto ai nostri reali bisogni.

            Aria e acqua pura, cibo sufficiente, abitazione e spazio, ambiente salubre, attività significative, pace e libertà rappresentano le nostre effettive esigenze.

            No al nucleare, sì alle energie rinnovabili e ad un uso razionale di quelle convenzionali.

            No all’uso eccessivo e indiscriminato dell’auto, sì al trasporto pubblico e su rotaia.

            No all’imprenditoria selvaggia e devastante, sì ad un controllo pubblico severo ed efficiente capace di difendere il territorio dalla logica del profitto a tutti i costi.

            Non quindi cieca opposizione al progresso bensì opposizione al progresso cieco.

            Consapevoli che sviluppo economico e salvaguardia ambientale non sono in antitesi, riteniamo che la conservazione delle risorse naturali è condizione essenziale per rispondere alle pressanti richieste di posti di lavoro. Ogni attività lavorativa che non sia coerente con la politica dl territorio è destinata ad un totale fallimento.

            Perciò lanciamo un appello alla popolazione affinché, col suo contributo determinante, possa condurre verso esiti positivi le battaglie ambientali che ci attendono nel prossimo futuro.

            L’ambiente naturale è un bene comune e, come tale, tutti abbiamo il dovere di difenderlo e salvaguardarlo.  


La battaglia contro le cave non si è mai interrotta …..

e coinvolge anche le cave più vicine a Caserta